Il senso del lavoro oggi: un dialogo per il futuro

Le riflessioni dall’evento promosso dalla Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano

Se in passato lo sforzo più grande era trovare un’occupazione, oggi un nuovo layer si è sovrapposto, ovvero la ricerca di quale sia il significato più profondo da attribuire al lavoro. Su questa tematica ci si è interrogati il 20 gennaio 2025, durante l’evento ospitato da InPlace, “Il senso del lavoro oggi”, organizzato dall’Accademia della Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano. Un appuntamento che ha riunito accademici, professionisti, uomini d’azienda ed esperti di ricerca e selezione del personale, con il fine di approfondire, con prospettive e punti di vista differenti, il valore del lavoro nella società di oggi. Di seguito abbiamo raccolto le principali riflessioni emerse durante l’incontro.

Il lavoro tra senso e significato

Richiamando gli studi di Max Weber, famoso sociologo ed economista tedesco, la Dott.ssa Pais, docente dell’Università Cattolica, ha introdotto, con una visione sociologica, la distinzione tra il senso e significato del lavoro. Il significato si riferisce all’attività svolta e al ruolo che essa ricopre nella società, mentre il senso è più legato alla dimensione soggettiva, cioè alle motivazioni personali che spingono le persone a lavorare.

Pais ha evidenziato come, nella società attuale, il lavoro non sia più rigidamente correlato a una specifica attività o a una stratificazione sociale. Questo cambiamento ha portato molte persone a ricercare un allineamento tra la quotidianità lavorativa e i propri valori personali. Quando le strutture tradizionali vengono meno, cresce l’importanza della dimensione valoriale come elemento compensativo.

Un aspetto particolarmente interessante riguarda la scelta di intraprendere carriere parallele. Una recente ricerca ha evidenziato infatti come molte persone svolgono più lavori non solo per ragioni economiche, ma anche per trovare un riconoscimento simbolico che il primo impiego non offre.

La rilevanza del lavoro nella vita delle persone

Un altro tema centrale è stato il concetto di rilevanza del lavoro, esploso durante la pandemia. Secondo la Dott.ssa Pais, il fenomeno delle “grandi dimissioni” è stato spesso interpretato erroneamente. In realtà, si è trattato di un disinvestimento sul lavoro dovuto al mancato mantenimento delle promesse da parte del mondo professionale. Questo ha portato molte persone a ripensare la propria relazione con il lavoro, considerando altre sfere della vita come altrettanto, se non più, rilevanti

Milano e il resto d’Italia: due mondi a confronto

Nel panorama italiano, Milano, è spesso un’anticipatrice di tendenze, con un divario di 10-15 anni rispetto ad altre aree del Paese, come ha sottolineato durante il suo intervento il Prof. Lucio Imberti, docente dell’Università di Bergamo. Questo contesto unico permette anche a chi parte da condizioni svantaggiate di emergere, grazie alla grande varietà di opportunità offerte. Il costo della vita a Milano si conferma però un fattore determinante nella scelta del luogo in cui vivere e lavorare. Il Prof. Imberti ha evidenziato una crescente polarizzazione: per alcuni il lavoro continua a rappresentare un elemento centrale della propria esistenza, mentre per altri si limita a essere uno strumento per sostenere lo stile di vita desiderato. Questa dinamica pone sfide importanti alle aziende, chiamate a riflettere su strategie efficaci per attrarre e fidelizzare i talenti.

Le sfide del mercato del lavoro italiano

L’Ing. Nicola Ladisa ha offerto una panoramica sulle peculiarità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da una prevalenza di microimprese. Secondo i dati ISTAT 2023, il 79% delle aziende italiane ha meno di 10 dipendenti e solo lo 0,1% è rappresentato da grandi imprese. Questo scenario presenta sfide significative per quanto riguarda l’adozione di politiche innovative, come lo smart working, che varia molto a seconda del settore e della mentalità aziendale.

Il ruolo dei giovani nel futuro del lavoro

I giovani sono alla ricerca di stabilità (80% desidera un lavoro fisso) e attribuiscono grande valore a elementi come la flessibilità, il benessere e la dignità lavorativa. È perciò importante, come ha sottolineato Potito Di Nunzio, Presidente della Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano, guidare le nuove generazioni nella dinamicità del mondo del lavoro. Tuttavia, Di Nunzio ha anche sollevato una domanda provocatoria: “Abbiamo trasmesso il valore del lavoro ai nostri figli?” Un punto critico riguarda la carenza di praticanti in professioni tradizionali, con soli 30 iscritti su 1.000. Questo potrebbe essere il risultato di un cambiamento culturale, ma anche di una mancanza di passione trasmessa dai “dominus” (i professionisti senior) verso i giovani.

Il lavoro digitale e le nuove generazioni: la visione di InPlace

Se nel passato, le attività di selezione del personale si svolgevano nelle filiali, spesso affollate e con orari prestabiliti, oggi, grazie alla digitalizzazione, queste stesse filiali sono vuote, e i processi si svolgono in modo completamente virtuale.

Durante il suo intervento, Mario Di Maolo, direttore generale di InPlace, ha sottolineato come la piattaforma di InPlace rappresenti una svolta nel settore del lavoro. Ad oggi, è infatti la sola Agenzia per il Lavoro interamente digitale, segnando una rottura netta con il passato.

Un esempio innovativo della digitalizzazione nel mercato del lavoro è per esempio l’introduzione del video colloquio, che sfrutta la familiarità dei giovani con i social media e la comunicazione visiva. Secondo Di Maolo, la modalità di selezione è passata da una logica 1.0, centrata sul curriculum, a una 3.0, che include piattaforme come Instagram e TikTok. I giovani non si limitano più a candidarsi, ma scelgono attivamente le aziende, spingendo queste ultime a presentarsi in modo attrattivo. Inoltre, le nuove generazioni privilegiano valori come il welfare e il benessere, piuttosto che i tradizionali benefit economici. Questo cambio di paradigma, secondo Di Maolo, richiede agli imprenditori di adattarsi, utilizzando strumenti e approcci innovativi per attrarre e trattenere i talenti. 

In un contesto, perciò, in cui le aspettative individuali si stanno trasformando, le aziende devono adattarsi per attrarre e trattenere i talenti. Questo implica non solo offrire retribuzioni competitive, ma anche creare un ambiente lavorativo che rispecchi i valori e le aspirazioni dei dipendenti.

Milano, con il suo ruolo di laboratorio delle tendenze future, può essere un punto di riferimento per affrontare queste sfide. Tuttavia, è fondamentale che il resto del Paese colga le opportunità offerte dai cambiamenti in atto, adottando un approccio più flessibile e inclusivo. Per InPlace, ospitare questo evento ha rappresentato un’importante occasione per riflettere su come il mondo del lavoro stia evolvendo e su come possiamo contribuire a costruire un futuro migliore per aziende e lavoratori.